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Il consorzio MFRR esprime seria preoccupazione per la scia di aggressioni, minacce di morte e intimidazioni ai danni di giornalisti e operatori dei media che in Italia si occupano di argomenti legati al Covid 19 e raccontano le proteste anti-lockdown.
Nelle ultime tre settimane, il consorzio ha documentato almeno 9 incidenti con il coinvolgimento di 14 operatori dei media in 6 diverse città, compreso il caso di un fotografo ricoverato con un trauma cranico dopo un’aggressione.
La maggior parte degli episodi registrati ha coinvolto giornalisti e troupe televisive presi di mira dai manifestanti, in prevalenza appartenenti a movimenti di estrema destra, che stavano protestando contro le misure governative anti-Covid.
In diverse occasioni, i giornali italiani e le organizzazioni per la difesa della libertà di stampa hanno riferito che dalla folla provenivano slogan e cori contro i media, in cui c’erano minacce di morte e i giornalisti erano bollati come “terroristi”.
Le nostre organizzazioni accolgono con favore il fatto che le autorità italiane abbiano condannato senza esitazioni questi attacchi e invitano con urgenza gli inquirenti a far luce sui diversi episodi, in modo da identificare i responsabili.
Nell’incidente più recente, il 31 ottobre, il fotoreporter Tommaso Germogli ha subito un trauma cranico dopo essere stato preso a pugni da un ambulante mentre a Firenze stava realizzando per La Nazione un servizio al mercato su assembramenti e rispetto delle norme anti-Covid. Secondo quanto conferma il suo giornale, gli è stato riscontrato un trauma cranico ma è stato dimesso pochi giorni dopo. L’episodio è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
Il giorno prima, il 30 ottobre, diversi giornalisti che stavano documentando proteste anti-coprifuoco sempre a Firenze sono stati accolti da ingiurie e da minacce da parte dei manifestanti. Tra gli obiettivi, anche dei fotogiornalisti del Corriere Fiorentino, mentre il loro collega Simone Innocenti è stato minacciato sui social media.
Quella stessa notte, Valerio Lo Muzio, videogiornalista della Repubblica, è stato minacciato, spintonato e inseguito da alcuni sconosciuti mentre stava filmando una protesta simile a Bologna. Le riprese mostrano saluti romani, insulti e minacce da parte di numerosi manifestanti che gli gridano contro “giornalista terrorista”. Secondo Articolo 21, alcuni facinorosi con degli striscioni scandivano slogan contro i reporter, della serie: “giornalista, se il primo della lista”.
Il 28 ottobre, secondo altre notizie, un giornalista e un cameraman del TG2 della Rai sono stati minacciati e derubati della loro attrezzatura da alcuni manifestanti a Palermo. La Rai ha confermato che i manifestanti hanno anche cercato di picchiare Vincenzo Frenda e l’operatore Ninni Farina, fuggendo poi con microfono e asta.
In due diverse occasioni, il 26 e il 28 ottobre, a Genova altri giornalisti sono stati minacciati e cacciati con lanci di bottiglie. I media riportano che la situazione si è fatta talmente tesa che la polizia ha chiesto ai giornalisti di andarsene per evitare un’ulteriore escalation.
Un episodio simile si è verificato a Napoli il 23 ottobre: Paolo Fratter, giornalista di Sky TG 24 e gli operatori Vincenzo Triente e Fabio Giulianelli sono stati vittime di lanci di bottiglie da parte dei manifestanti. Un uomo con indosso un casco da motociclista ha spintonato il cameraman mentre un altro ha aggredito Fratter tenendolo per qualche istante disteso sul cofano di una macchina. Giulianelli è stato colpito a una gamba da un sasso, ma nessuno è stato ferito gravemente.
Il 19 ottobre il giornalista Mimmo Rubio è stato costretto a barricarsi in casa dopo aver ricevuto delle minacce da un gruppo di facinorosi. Le riprese mostrano una ventina di persone in sella a degli scooter che gridano e scandiscono insulti. Dopo l’episodio, a Rubio è stata concessa la scorta e la procura di Napoli ha avviato un’indagine.
La settimana precedente, il 10 ottobre, Saverio Tommasi di Fanpage.it è stato circondato e insultato dai no-mask a Roma: gli sono state rivolte minacce di morte, e uno dei manifestanti gli ha gridato: “Pezzo di m…, infame, morirai fucilato”. Ad un certo punto, la situazione si è fatta talmente tesa che Tommasi è stato scortato dalle forze dell’ordine.
I partner MFRR condannano con fermezza questi incidenti e accolgono con favore quanto è stato fatto finora dal governo per proteggere le vittime delle minacce più gravi.
Come espresso nel Press Freedom Police Codex, un codice di condotta rivolto alle forze dell’ordine, documento sviluppato da ECPMF e da alcuni partner sulla base della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, i giornalisti hanno il diritto di raccogliere informazioni e le forze dell’ordine dovrebbero proteggerli da interferenze, specialmente durante le manifestazioni. Le autorità italiane devono ora indagare su ogni singolo episodio in modo che i responsabili siano identificati.
Purtroppo questi attacchi stanno peggiorando un clima già ostile per i giornalisti in Italia e avranno delle preoccupanti conseguenze per le testate e le emittenti che in futuro potrebbero avere dei ripensamenti prima di mandare degli inviati in piazza e sulle strade.
Accogliamo con favore anche le dichiarazioni di condanna delle organizzazioni italiane quali FNSI e Articolo 21, e delle organizzazioni sindacali locali, che hanno messo in luce questi episodi.
Le nostre organizzazioni continueranno a monitorare la situazione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, e a riportare ogni violazione sulla piattaforma Mapping Media Freedom e sulla piattaforma del Consiglio d’Europa.
I firmatari
ARTICLE 19
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
Free Press Unlimited (FPU)
International Press Institute (IPI)
OBC Transeuropa (OBCT)
Questa dichiarazione è stata redatta nell’ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), un meccanismo di risposta a livello europeo che monitora e reagisce a violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati Membri dell’UE e Paesi Candidati.